Nel dicembre del 1273 un milanese, Raimondo della Torre, divenne patriarca di Aquileia. Era esponente di una delle maggiori dinastie aristocratiche di Milano, in lotta per il potere signorile contro la parte politica dominata dalla dinastia dei Visconti. Dopo una serie di sconfitte, i Torriani emigrarono nel Veneto, in Istria ma soprattutto in Friuli, dove sarebbero saliti a più riprese sul soglio patriarchino. Inizialmente speranzosi di un rientro a Milano, accettarono poi sempre più decisamente il loro allontanamento e l’inserimento nella nuova patria. L’ampio clan familiare dei Torriani e il vasto seguito di persone che li avevano seguiti da Milano, da Cremona, da Brescia e da altre città lombarde ebbero uffici nei diversi livelli dell’amministrazione patriarchina e delle città friulane; alcuni furono presenti nel clero, altri sposarono donne friulane, molti, uomini e donne, si impegnarono in attività creditizie, e attorno a tutti si consolidò una presenza lombarda estesa anche alla milizia armata, alle attività manifatturiere, alla gestione dei beni fondiari. Quella dei lombardi fu così, a differenza di altre minoranze quali la toscana, la tedesca, l’ebraica, una componente di ogni settore della società regionale. Una larga rassegna di fonti in gran parte inedite (custodite a Udine nell’Archivio di Stato e nella Civica Biblioteca “Vincenzo Joppi” ma anche in altre sedi, tra le quali la Biblioteca Estense di Modena che ha fortunosamente conservato un nucleo di pergamene qui per la prima volta pubblicate) ha consentito una analisi della presenza lombarda che, proprio per la sua capillarità e la sua non specializzazione, risulta anche in una visione complessiva delle dinamiche politiche, economiche, familiari e sociali del Friuli trecentesco.
Studi 02
Giugno 2008
Miriam Davide
ISBN 9788895368030
21×153 cm, pp. 472, illustrazioni, foto, colori, brossura
Prezzo: € 40,00