Questa mattina ho avuto notizia della morte di Giovanni Miccoli. Ne sono molto addolorato. Era stato il mio primo maestro negli studi medievistici ed è stato sempre un grande amico. L’ho conosciuto nel 1962 quando ho iniziato il primo anno di corso nella Scuola Normale Superiore di Pisa, e lui aveva il suo primo anno di incarico di insegnamento. Mi insegnò le questioni fondamentali dei metodo, mi fece conoscere subito i grandi strumenti di lavoro, accompagnandomi di persona nelle sale e lungo i ballatoi della Biblioteca Universitaria di Pisa. Siccome non sapevo ancora il tedesco, mi ospitò per lunghe ore a casa sua e mi lesse un libro importante sull’argomento che allora studiavo. Dopo il suo trasferimento a Trieste mi propose, quando non avevo alcuna prospettiva di lavoro a Pisa, di raggiungerlo nella nuova sede, dove poi ho svolto tutta la mia attività universitaria. Chiedo scusa di queste righe così autobiografiche, ma attraverso di esse voglio far capire che Miccoli era veramente un maestro, di grandissima professionalità e grandissima generosità e apertura. Ricorderò solo ancora come nel 2012 partecipò al Convegno di studio che il CERM aveva organizzato in omaggio a Ovidio Capitani, con una relazione dedicata a quello che era stato uno dei suoi più importanti interlocutori. Di formazione medievista, Giovanni Miccoli aveva poi studiato la storia della Chiesa in tutte le sue fasi, sino alle problematiche discusse e cruciali del secolo appena trascorso, unendo una forte partecipazione ideale a un rigore scientifico ineccepibile. Ci inchiniamo reverenti al suo magistero e alla sua memoria.
Paolo Cammarosano, Presidente del CERM