Quanto si è fortunati ad aver sorelle!
Di Marialuisa Bottazzi
Dopo la metà del XIII secolo, pochi momenti prima che l’imperatore bizantino Michele Paleologo sanzionasse la restaurazione dell’Impero bizantino, quindi la caduta dell’impero latino decretato con il trattato di Ninfeo (1261), che tolse sicurezza a Venezia per almeno 25 anni della sua storia verso quella rotta, nella camera del palazzo imperiale a Nicea le ombre della sera erano già calate.
Michele VIII, di lì a poco, sarebbe presto stato il vincitore di quell’atto di forza e restauratore dell’impero di Bisanzio; era il 25 luglio del 1261 e a fronte di antecedenti e fortunati eventi, nel pomeriggio l’imperatore bizantino aveva ordinato ad Alessio Strategopulo, al comando di una piccola forza nicena impegnata in una spedizione in Tracia, di avvicinarsi a Costantinopoli “tanto per spaventare un po’ i latini.
La flotta veneziana ferma nel porto nel frattempo era salpata per una spedizione nel Mar Nero contro la piccola isola di Dafnusia. Una simile occasione non si sarebbe ripetuta così che Alessio Strategopulo con l’aiuto degli abitanti greci della città entrò quella sera a Costantinopoli. L’imperatore latino Baldovino II fuggì grazie una nave veneziana e così l’intera popolazione occidentale che l’aveva occupata all’indomani della IV crociata (1204) lasciando Costantinopoli, la vecchia Bisanzio, libera.
Quando la notizia giunse a Nicea, nella residenza dell’imperatore Michele VIII questi ormai dormiva e la sorella Eulogia, per risvegliarlo dolcemente, gli solleticò le dita dei piedi dicendogli: “Imperatore, hai conquistato Costantinopoli”. L’imperatore però non disse nulla. Eulogia allora più decisa disse” Alzati, imperatore! Cristo infatti ti ha donato Costantinopoli”. Solo allora Michele allora “accettò il dono” spiegando le sue ragioni [Acropolita, Georgii Acropolitae opera, a cura di A. Heiselberg, ed. corretta da P. Wirth, Stuttgart 1978; trad. ingl. e commento di R. Macrides, George Akropolites: The History, Oxford 2007, 60, p. 184; Giorgio Pachimera, Relations historique, a cura di A. Failler, Corpus Fontium Historiae Byzantine (CFHB), 24, I-V, Paris 1984, I, pp. 205-207] che erano quelle “di una legittimazione al trono divina”.
Tratto da: Dissoluzione e caduta dell’Impero bizantino a cura di C. Morrisson e A. Laiou, in Il mondo bizantino III. Bisanzio e i suoi vicini (1204-1453) a cura di A. Laiou e C. Morrisson. Ed. Italiana a cura di S. Ronchey e T. Braccini, Torino 2013, pp, 14-26, in particolare alla p. 15.
Nell’immagine: Hyperpyron di Michele VIII Paleologo, rappresentato in ginocchio sulla sinistra della moneta, e sulla destra vi è Cristo in trono, e la terza figura, che si trova sulla destra, è l’Arcangelo Michele.